Un antico principio dell’alchimia recita che possiamo creare al di fuori di noi solo quello che siamo in grado di creare dentro di noi. Gli insegnamenti buddhisti sul funzionamento della mente ribadiscono questo concetto ('La mente crea tutte le cose') e ci dicono che, in realtà, la gioia è dentro di noi perché la nostra natura è una 'natura di gioia' (come sostengono del resto anche Nietzsche e Spinoza!). Pensate ai bambini piccoli: dai 4-6 mesi iniziano a sorridere e lo fanno almeno un centinaio di volte al giorno, spesso senza una causa esterna determinante. Perché, allora, un adulto medio sorride solo una ventina di volte al giorno? Perché, per sentire gioia, in età adulta abbiamo bisogno che accada qualcosa di bello o piacevole? Perché non siamo gioiosi di default?
L'ILLUSIONE IN CUI VIVIAMO
Biologicamente, il vostro cervello è stato impostato a scopo di sopravvivenza per scansionare il territorio a due scopi: trovare il cibo e individuare i pericoli. Non siamo quindi programmati a cercare la gioia e le piacevolezze. Crescendo affrontiamo delusioni, frustrazioni, ostacoli (piccoli o grandi che siano) e, sotto i colpi della sofferenza (nostra o altrui), ci concentriamo nel riparare o evitare questo aspetto della vita, restringendo lo sguardo. In poche parole, perdiamo la visione a tutto campo e percepiamo solo una piccola parte della realtà, dimenticandoci della restante. Il problema è che, non venendo quotidianamente percepita, riconosciuta ed esercitata, la gioia indipendente si atrofizza come una piantina poco annaffiata.
LA GIOIA AUTENTICA E QUELLA CONDIZIONATA
La gioia autentica, parte della nostra natura, non è causata dalle circostanze esterne. Che la giornata vada dritta o storta, lei c'è. Il problema è che non la sentiamo. La sua voce è ormai sotto il livello di udibilità emotiva e le uniche gioie di cui possiamo godere sono quelle condizionate dagli eventi, dal successo, dai riconoscimenti degli altri, dagli incontri piacevoli e persino dal tempo bello o brutto. Questo condizionamento non ci permette di gestire liberamente la gioia e di renderla sostenibile, cioè duratura.
LIBERARSI E GIOIRE
Liberare la gioia incondizionata e ricominciare a sentirla presupporrebbe un'impegnativa immersione nei territori dell'inconscio se non avessimo la possibilità di lavorare con le 5 porte che collegano subconscio e coscienza: i sensi. Nella psicologia buddhista i sensi sono 6: vista, udito, tatto, gusto, olfatto, mente. Rappresentano la prima parte di un codice (6SCE) che, applicato quotidianamente alla vita, consente alla gioia incondizionata di manifestarsi salendo autonomamente dai territori inconsci fin sopra il livello della coscienza. Quando questo avviene, il raggiungimento di una nuova libertà interiore fa cadere anche le catene del mondo esterno.
IL PROCESSO
Questo processo di gioiosa liberazione non dipende da un atto di volontà legato a una decisione razionale (da oggi voglio vivere con gioia!), ma è il frutto di un impegno attivo che ha bisogno di due cose: un sistema di decodificazione della propria gioia naturale e un codice di comportamento psicofisico che stabilizzi nuove, appaganti modalità di percezione della realtà. Bando invece alle divagazioni culturali: ne abbiamo già accumulate a bizzeffe di conoscenze su cosa fare per 'diventare felici', e forse molti di voi hanno avuto modo di capire che pensare non cambia la realtà se non si cambia prima il modo in cui di pensa, ci si emoziona e si percepiscono gli input che ci arrivano continuamente.
La svolta effettiva (anche a livello di comprensione oltre che di sentimento) avviene quando l'apprendimento si compie attraverso una diretta esperienza. Ecco perché è così efficace la meditazione intesa nel senso proattivo che caratterizza il buddhismo impegnato: meditare è agire, cioè ridisegnare nello stato di apparente immobilità fisica il grande movimento interiore che permette all'esterno di cambiare veramente.
L'ESPERIENZA
Per chi vuol fare questa esperienza, c'è ancora la possibilità di iscriversi al corso 'IL CODICE DELLA GIOIA': un processo di 'dissodamento' emotivo in cui entreremo in contatto con la nostra gioia autentica e vedremo come applicare il codice della gioia nella realtà di tutti i giorni. Esercizi, meditazioni e un delicato lavoro con il corpo attiveranno l'esperienza diretta della gioia indipendente e cambieranno il filtro attraverso cui percepiamo la realtà, rendendolo pulito, luminoso e chiaro. Il risultato sarà un allargamento dello sguardo a tutto lo spettro della bellezza che vive dentro e fuori di noi. Una ricodificazione dei significati attributi a ciò che ci succede. Uno squarcio nel velo del grigiore, che si aprirà lasciando entrare i mille colori della vita. Un'esplosione di emozioni straordinarie, che solitamente si provano solo in modo casuale e durano poco più di un attimo. Ma, invece, possono diventare la colonna sonora del nostro vivere qui ed ora. Su questa meravigliosa terra. In quello stato di gioia in cui, inevitabilmente, rifioriamo.
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